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A scuola dalle suore
Flaminia ha fatto sia le elementari che le medie in un istituto di suore. Contrariamente a quanto si pensa, è stata una bella esperienza perché era un gruppo di ragazzine molto affiatate che hanno continuato, almeno quelle che sono rimaste a Roma, ad essere amiche ancora oggi. Avevano una divisa invernale e una estiva, era importante sedere composte con le braccia conserte, c'erano meno libri di testo, si andava a scuola con la cartella con le cinghie sulle spalle; quando sono diventate più grandi avevano la cinghia elastica con cui si legavano i libri e si portavano sulla spalla: questo significa che erano pochi. C'era l'ora di economia domestica durante la quale si imparava a cucinare e ricamare: Flaminia era brava a cucinare, a ricamare un po' meno. C'erano meno compiti e parte del pomeriggio Flaminia lo passava a giocare. Era un mondo protetto ma le cose arrivavano comunque. Flaminia ricorda che a scuola si parlò del referendum sul divorzio del 1975 e le suore che dicevano alle bambine che dovevano convincere i genitori a votare per l'abrogazione del divorzio. Flaminia ricorda anche il colpo di stato in Cile: una vicenda che sentivano vicina anche se era dall'altra parte del mondo. In televisione si era visto la sera prima l'ultimo appello del presidente Allende prima di essere ucciso.
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КОМЕНТАРІ

  • @user-ud1nr7ek6g
    @user-ud1nr7ek6g 5 місяців тому

    OTTIMO VIDEO 👏👏👏.

  • @user-ud1nr7ek6g
    @user-ud1nr7ek6g 5 місяців тому

    OTTIMO VIDEO 👏👏👏.

  • @user-ud1nr7ek6g
    @user-ud1nr7ek6g 5 місяців тому

    ❤❤❤❤❤

  • @dantepizziconi4972
    @dantepizziconi4972 7 місяців тому

    Grande

  • @giovannimigliozzi7582
    @giovannimigliozzi7582 8 місяців тому

    Viva l'Italia.

  • @valeriobianconi4042
    @valeriobianconi4042 Рік тому

    Proprio una brava persona il signor Finzi. Lo si ascolta molto bene.

  • @UbermenschOst
    @UbermenschOst Рік тому

    Onore sempre al nostro Duce Benito Mussolini che rese grande l'Italia e che con sole altre due nazioni marció contro 70 paesi ed oltre.

  • @giovannilofaro2843
    @giovannilofaro2843 Рік тому

    Da milite dell'Arma posto in congedo assoluto per Riforma transitato nella Polizia Locale per meriti acquisiti condivido pienamente la storia di questo milite per il suo gesto di generosità

  • @giuseppedistefano1855
    @giuseppedistefano1855 Рік тому

    W il Duce,dovrebbero riscrivere la storia e scrivere la verità

  • @amazinginfluencer4566
    @amazinginfluencer4566 Рік тому

    Onore a lei signora

  • @giuseppespina6680
    @giuseppespina6680 Рік тому

    Bei tempi

  • @parsifal_7784
    @parsifal_7784 Рік тому

    Bel racconto, educato anche se fista, ma in fondo è in gamba dai

  • @bastardo4703
    @bastardo4703 Рік тому

    Queste era una vera italiana! Onore ✋🏻🖤🇮🇹

  • @francoliberati7668
    @francoliberati7668 Рік тому

    Era meglio cercare di tenersi questa zona italiana e lasciare l'Alto Adige che non si sentiva italiano. Purtroppo le cose sono andate diversamente.

  • @alessandrotomicich2935
    @alessandrotomicich2935 Рік тому

    Marzia non parla la verita dela vita sociale e una picola "propaganda " contro il comunismo , mi me dispazi che tanti di noi semo andati via, anche in Italia e la poverta, e una poverta sociale.....

  • @ginoponis3231
    @ginoponis3231 Рік тому

    Mio nonno ringrazia mussolini per non aver potuto frequentare la scuola, lo ringrazia per il bestiame e per il grano che venivano requisiti per ingrassare i soliti porci, lo ringrazia per le privazioni e i soprusi

    • @frederick06bigbrain48
      @frederick06bigbrain48 Рік тому

      Mi spiace molto 😢 ma non puoi basarti solo su un esperienza, penso che chi non fosse d'accordo con lui in effetti veniva soggetto a sanzioni , ma chiunque, esperienza di mia nonna che era eritrea e che ha sposato mio nonno che era una camicia nera, loro mi raccontarono che per avere un lavoro o un istruzione bastava avere una tessera del fascio per avere un istruzione o un lavoro, se tuo nonno credeva ai suoi ideali ed è rimasto fedele, questo eticamente gli fa onore, ma razionalmente poteva scegliere un'altra via😢

    • @ginoponis3231
      @ginoponis3231 Рік тому

      @@frederick06bigbrain48 ho citato l'esperienza di uno dei miei nonni, l'esperienza dell'altro è stata anche peggio dato che su delazione degli abbienti fascisti è stato anche confinato ad Ustica. È stata l'esperienza della maggioranza della popolazione in Sardegna. Lei parla di scelta, non si trattava di scegliere ma di prostrarsi ed umiliarsi davanti alla prepotenza! Da bambino ho conosciuto diversi vecchi che durante il fascismo si sono arruolati per avere 5 lire di decade, sono stati in Libia, Eritrea ed Etiopia, qualcuno sposò una ragazza del posto e riuscì a portarla a casa dopo dieci o quindici anni dopo la fine della guerra. Qualcuno era fascista, i più si arruolavano per i pochi soldi di paga, nonostante spesso e volentieri erano costretti a "fare il lavoro sporco" per non finire al muro per ammutinamento o diserzione. Forse il fascismo è stata una bella esperienza?

    • @ginoponis3231
      @ginoponis3231 Рік тому

      @@frederick06bigbrain48 sa da noi per chi fu una bella esperienza? Per arroganti, ladri, approfittatori ricchi che si arricchirono ancora di più alle spalle della povera gente che si spezzava la schiena!

    • @frederick06bigbrain48
      @frederick06bigbrain48 Рік тому

      @@ginoponis3231 mi spiace di non essermi espresso bene, intendevo che come ogni cosa il fascismo era sì un governo moooolto autoritario, ma avendo governato per venti anni un popolo totalmente diviso come gli italiani e facendoli sentire uniti è innegabile che abbia fatto anche cose buone, basta guardare le numerosissime infrastrutture o le bonifiche, tuttavia, mi dispiace molto per ciò che è successo, anche se i pareri sono molto discordanti su quel periodo, cmq apprezzo il fatto che lei esprima le sue conoscenze secondo fatti concreti invece di aprire bocca e dare fiato come la maggior parte delle persone😉

    • @frederick06bigbrain48
      @frederick06bigbrain48 Рік тому

      @@ginoponis3231 tengo a dire che io non sono affatto di parte è per questo che parlo così,vengo da una famiglia di partigiani l da parte di padre e di camicie nere da parte di madre, quindi sono totalmente neutro

  • @donatellodelmaestro3032
    @donatellodelmaestro3032 Рік тому

    Purtroppo un brutto capitolo della nostra storia italiana.Questo signore ha spiegato perfettamente in sintesi la vicenda. Personalmente ritengo che se da una parte i nazifascisti ( forse non tutti ma una buona parte sicuramente) abbiano pagato i crimini commessi,i partigiani di Tito invece no.Tutto ciò non mi sembra giusto! Per molti decenni sono state tenute nascoste queste atrocità perché?Perche questi silenzi? Perché questi "bravi " comunisti non sono stati poi puniti anche loro??

  • @Blitzotheoissilent
    @Blitzotheoissilent Рік тому

    ♥️

  • @micheleottellizoletti8985

    Onore a te e al S.Marco ✋✋

  • @mimma6992
    @mimma6992 2 роки тому

    Vodopija, cognome croato.

    • @Fee581
      @Fee581 Рік тому

      1) i cognomi spesso venivano falsificati e slavizzati dall'impero austroungarico che voleva slavizzare quelle terre. Poi il fascismo ha italianizzato cognomi a più non posso... percio non vuol dire nulla. 2) l'elemento e la cultura italiana erano da sempre maggioritari sulle coste. Spesso i croati o gli sloveni che dai villaggi prettamente slavi scendevano a vivere lì si italianizzavano naturalmente nel corso del tempo.

    • @mimma6992
      @mimma6992 Рік тому

      @@Fee581 esatto. E le scuole italiane facevano il resto.

    • @Fee581
      @Fee581 Рік тому

      @@mimma6992 eh, ma può anche darsi che il suo cognome originale fosse italiano, slavizzato dagli asburgo e poi nuovamente italianizzato dal fascismo, non possiamo saperlo. Su youtube c'è l'intervista di una donna di fiume, maria picinich: il suo cognome in origine era piccini, modificato nel 1800. Poi comunque può anche darsi che la sua famiglia fosse di madrelingua italiana già da prima del fascismo, gli slavi sulla costa si italianizzavano naturalmente già da prima, visto che gli italiani lì erano la maggioranza. Ci sono anche tanti croati con cognomi italiani, fra l'altro.

  • @dr.dr.7546
    @dr.dr.7546 2 роки тому

    Grazie. Sia Padre Tu Benedetto

  • @waltherss8390
    @waltherss8390 2 роки тому

    S.R.S. INUTILE PARLAR...

  • @waltherss8390
    @waltherss8390 2 роки тому

    Mia nonna era nata a Pola😁

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    «1. La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. .» (legge 30 marzo 2004 n. 92)

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. " (Articolo 1, Legge 92 del 30 marzo 2004).

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. " (Articolo 1, Legge 92 del 30 marzo 2004).

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì' favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero" (Articolo 1, Legge 92 del 30 marzo 2004).

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì' favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero" (Articolo 1, Legge 92 del 30 marzo 2004).

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    “La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale. Nella giornata di cui al comma 1 sono previste iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado. È altresì' favorita, da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende. Tali iniziative sono, inoltre, volte a valorizzare il patrimonio culturale, storico, letterario e artistico degli italiani dell'Istria, di Fiume e delle coste dalmate, in particolare ponendo in rilievo il contributo degli stessi, negli anni trascorsi e negli anni presenti, allo sviluppo sociale e culturale del territorio della costa nord-orientale adriatica ed altresì a preservare le tradizioni delle comunità istriano-dalmate residenti nel territorio nazionale e all'estero" (Articolo 1, Legge 92 del 30 marzo 2004).

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    ua-cam.com/video/c5_G_qS24ZA/v-deo.html

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    1947 - Sergio Endrigo Da quella volta non l'ho rivista più Cosa sarà della mia città Ho visto il mondo e mi domando se Sarei lo stesso se fossi ancora là Non so perché stasera penso a te Strada fiorita della gioventù Come vorrei essere un albero che sa Dove nasce e dove morirà È troppo tardi per ritornare ormai Nessuno più mi riconoscerà La sera è un sogno che non si avvera mai Essere un altro e, invece, sono io Ma quella volta non ti ho trovato più Strada fiorita della gioventù Come vorrei essere un albero che sa Dove nasce e dove morirà Come vorrei essere un albero che sa Dove nasce e dove morirà

  • @giuseppetarabella4018
    @giuseppetarabella4018 2 роки тому

    Ivan, aveva già fatto 45 km in fuga, tradito dai contadini del posto...

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    1947 - Sergio Endrigo Da quella volta non l'ho rivista più Cosa sarà della mia città Ho visto il mondo e mi domando se Sarei lo stesso se fossi ancora là Non so perché stasera penso a te Strada fiorita della gioventù Come vorrei essere un albero che sa Dove nasce e dove morirà È troppo tardi per ritornare ormai Nessuno più mi riconoscerà La sera è un sogno che non si avvera mai Essere un altro e, invece, sono io Ma quella volta non ti ho trovato più Strada fiorita della gioventù Come vorrei essere un albero che sa Dove nasce e dove morirà Come vorrei essere un albero che sa Dove nasce e dove morirà

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    1947 - Sergio Endrigo Da quella volta non l'ho rivista più Cosa sarà della mia città Ho visto il mondo e mi domando se Sarei lo stesso se fossi ancora là Non so perché stasera penso a te Strada fiorita della gioventù Come vorrei essere un albero che sa Dove nasce e dove morirà È troppo tardi per ritornare ormai Nessuno più mi riconoscerà La sera è un sogno che non si avvera mai Essere un altro e, invece, sono io Ma quella volta non ti ho trovato più Strada fiorita della gioventù Come vorrei essere un albero che sa Dove nasce e dove morirà Come vorrei essere un albero che sa Dove nasce e dove morirà

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    TRATTATO DI PACE CON L’ITALIA (10 FEBBRAIO 1947) Le frontiere fra l’Italia e la Jugoslavia saranno determinate nel modo seguente: Il nuovo confine seguirà una linea che parte dal punto di congiunzione delle frontiere dell’Austria, Italia e Jugoslavia, quali esistevano al 1º gennaio 1938 e procederà verso sud, seguendo il confine del 1938 fra la Jugoslavia e l’Italia fino alla congiunzione di detto confine con la linea di demarcazione amministrativa fra le province italiane del Friuli (Udine) e di Gorizia; da questo punto la linea di confine coincide con la predetta linea di demarcazione fino ad un punto che trovasi approssimativamente a mezzo chilometro a nord del villaggio di Memico nella Valle dell’Iudrio;nikolic.mica1 abbandonando a questo punto la linea di demarcazione, fra le province italiane del Friuli e di Gorizia, la frontiera si prolunga verso oriente fino ad un punto situato approssimativamente a mezzo chilometro ad ovest del villaggio in Vercoglia di Cosbana e quindi verso sud fra le valli del Quarnizzo e della Cosbana fino ad un punto a circa 1 chilometro a sud-ovest del villaggio di Fleana, piegandosi in modo da intersecare il fiume Recca ad un punto a circa un chilometro e mezzo ad est del Iudrio, lasciando ad est la strada che allaccia Cosbana a Castel Dobra, per via di Nebola; la linea quindi continua verso sud-est, passando immediatamente a sud della strada fra le quote 111 e 172, poi a sud della strada da Vipulzano ad Uclanzi, passando per le quote 57 e 122, quindi intersecando quest’ultima strada a circa 100 metri ad est della quota 122, e piegando verso nord in direzione di un punto situato a 350 metri a sud-est della quota 266; passando a circa mezzo chilometro a nord del villaggio di San Floriano, la linea si estende verso oriente al Monte Sabotino (quota 610) lasciando a nord il villaggio di Poggio San Valentino; dal Monte Sabotino la linea si prolunga verso sud, taglia il fiume Isonzo (Soca) all’altezza della città di Salcano, che rimane in Jugoslavia e corre immediatamente ad ovest della linea ferroviaria da Canale d’Isonzo a Montespino fino ad un punto a circa 750 metri a sud della strada Gorizia-Aisovizza; allontanandosi dalla ferrovia, la linea quindi piega a sud-ovest, lasciando alla Jugoslavia la citttà di San Pietro ed all’Italia l’ospizio e la strada che lo costeggia ed a circa 700 metri dalla stazione di Gorizia-S. Marco, taglia il raccordo ferroviario fra la ferrovia predetta e la ferrovia Sagrado-Cormons, costeggia il Cimitero di Gorizia, che rimane all’Italia, passa fra la Strada Nazionale n. 55 fra Gorizia e Trieste, che resta in Italia, ed il crocevia alla quota 54, lasciando alla Jugoslavia le città di Vertoiba e Merna, e raggiunge un punto situato approssimativamente alla quota 49; di là, la linea continua in direzione di mezzogiorno attraverso l’altipiano del Carso, a circa un chilometro ad est della Strada Nazionale n. 55, lasciando ad est il villaggio di Opacchiasella ed a ovest il villaggio di Iamiano; partendo da un punto a circa 1 chilometro ad est di Iamiano, il confine segue la linea di demarcazione amministrativa fra le province di Gorizia e di Trieste fino ad un punto a circa 2 chilometri a nord-est del villaggio di San Giovanni ed a circa mezzo chilometro a nord-ovest di quota 208, che segna il punto di incontro fra le frontiere della Jugoslavia, dell’Italia e del Territorio Libero di Trieste. La carta, alla quale la presente descrizione si riferisce, fa parte dell’Allegato I. Art. 4. I confini fra l’Italia ed il Territorio Libero di Trieste saranno fissati come segue: la linea di confine parte da un punto situato sulla linea di demarcazione amministrativa fra le province di Gorizia e di Trieste, a circa 2 chilometri a nord-est del villaggio San Giovanni ed a circa mezzo chilometro a nord-ovest della quota 208, che segna il punto d’incontro, delle frontiere della Jugoslavia, dell’Italia e del Territorio Libero di Trieste e corre in direzione di sud-ovest fino ad un punto adiacente alla Strada Nazionale n. 14 ed a circa un chilometro a nord-ovest della congiunzione fra le strade Nazionali n. 55 e 14, che conducono rispettivamente da Gorizia e da Monfalcone a Trieste; la linea si prolunga quindi in direzione di mezzogiorno fino ad un punto nel golfo di Panzano, che è equidistante dalla Punta Sdobba alla foce del fiume Isonzo (Soca) e da Castel Vecchio a Duino, a circa chilometri 3,3 a sud dal punto dove si allontana dalla linea costiera, che è ad approssimativamente 2 chilometri a nord ovest dalla città di Duino; il tracciato quindi raggiunge il mare aperto, seguendo una linea situata ad eguale distanza dalla costa d’Italia e da quella del Territorio Libero di Trieste.

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    TRATTATO DI PACE CON L’ITALIA (10 FEBBRAIO 1947) Le frontiere fra l’Italia e la Jugoslavia saranno determinate nel modo seguente: Il nuovo confine seguirà una linea che parte dal punto di congiunzione delle frontiere dell’Austria, Italia e Jugoslavia, quali esistevano al 1º gennaio 1938 e procederà verso sud, seguendo il confine del 1938 fra la Jugoslavia e l’Italia fino alla congiunzione di detto confine con la linea di demarcazione amministrativa fra le province italiane del Friuli (Udine) e di Gorizia; da questo punto la linea di confine coincide con la predetta linea di demarcazione fino ad un punto che trovasi approssimativamente a mezzo chilometro a nord del villaggio di Memico nella Valle dell’Iudrio;nikolic.mica1 abbandonando a questo punto la linea di demarcazione, fra le province italiane del Friuli e di Gorizia, la frontiera si prolunga verso oriente fino ad un punto situato approssimativamente a mezzo chilometro ad ovest del villaggio in Vercoglia di Cosbana e quindi verso sud fra le valli del Quarnizzo e della Cosbana fino ad un punto a circa 1 chilometro a sud-ovest del villaggio di Fleana, piegandosi in modo da intersecare il fiume Recca ad un punto a circa un chilometro e mezzo ad est del Iudrio, lasciando ad est la strada che allaccia Cosbana a Castel Dobra, per via di Nebola; la linea quindi continua verso sud-est, passando immediatamente a sud della strada fra le quote 111 e 172, poi a sud della strada da Vipulzano ad Uclanzi, passando per le quote 57 e 122, quindi intersecando quest’ultima strada a circa 100 metri ad est della quota 122, e piegando verso nord in direzione di un punto situato a 350 metri a sud-est della quota 266; passando a circa mezzo chilometro a nord del villaggio di San Floriano, la linea si estende verso oriente al Monte Sabotino (quota 610) lasciando a nord il villaggio di Poggio San Valentino; dal Monte Sabotino la linea si prolunga verso sud, taglia il fiume Isonzo (Soca) all’altezza della città di Salcano, che rimane in Jugoslavia e corre immediatamente ad ovest della linea ferroviaria da Canale d’Isonzo a Montespino fino ad un punto a circa 750 metri a sud della strada Gorizia-Aisovizza; allontanandosi dalla ferrovia, la linea quindi piega a sud-ovest, lasciando alla Jugoslavia la citttà di San Pietro ed all’Italia l’ospizio e la strada che lo costeggia ed a circa 700 metri dalla stazione di Gorizia-S. Marco, taglia il raccordo ferroviario fra la ferrovia predetta e la ferrovia Sagrado-Cormons, costeggia il Cimitero di Gorizia, che rimane all’Italia, passa fra la Strada Nazionale n. 55 fra Gorizia e Trieste, che resta in Italia, ed il crocevia alla quota 54, lasciando alla Jugoslavia le città di Vertoiba e Merna, e raggiunge un punto situato approssimativamente alla quota 49; di là, la linea continua in direzione di mezzogiorno attraverso l’altipiano del Carso, a circa un chilometro ad est della Strada Nazionale n. 55, lasciando ad est il villaggio di Opacchiasella ed a ovest il villaggio di Iamiano; partendo da un punto a circa 1 chilometro ad est di Iamiano, il confine segue la linea di demarcazione amministrativa fra le province di Gorizia e di Trieste fino ad un punto a circa 2 chilometri a nord-est del villaggio di San Giovanni ed a circa mezzo chilometro a nord-ovest di quota 208, che segna il punto di incontro fra le frontiere della Jugoslavia, dell’Italia e del Territorio Libero di Trieste. La carta, alla quale la presente descrizione si riferisce, fa parte dell’Allegato I. Art. 4. I confini fra l’Italia ed il Territorio Libero di Trieste saranno fissati come segue: la linea di confine parte da un punto situato sulla linea di demarcazione amministrativa fra le province di Gorizia e di Trieste, a circa 2 chilometri a nord-est del villaggio San Giovanni ed a circa mezzo chilometro a nord-ovest della quota 208, che segna il punto d’incontro, delle frontiere della Jugoslavia, dell’Italia e del Territorio Libero di Trieste e corre in direzione di sud-ovest fino ad un punto adiacente alla Strada Nazionale n. 14 ed a circa un chilometro a nord-ovest della congiunzione fra le strade Nazionali n. 55 e 14, che conducono rispettivamente da Gorizia e da Monfalcone a Trieste; la linea si prolunga quindi in direzione di mezzogiorno fino ad un punto nel golfo di Panzano, che è equidistante dalla Punta Sdobba alla foce del fiume Isonzo (Soca) e da Castel Vecchio a Duino, a circa chilometri 3,3 a sud dal punto dove si allontana dalla linea costiera, che è ad approssimativamente 2 chilometri a nord ovest dalla città di Duino; il tracciato quindi raggiunge il mare aperto, seguendo una linea situata ad eguale distanza dalla costa d’Italia e da quella del Territorio Libero di Trieste.

  • @laprimularossa4626
    @laprimularossa4626 2 роки тому

    nella Divina Commedia “com’a Pola presso del Carnaro, ch’Italia chiude e suoi termini bagna”

  • @robertofava9311
    @robertofava9311 2 роки тому

    Hanno rischiato la vita tutti i giorni non capisco perché la gente deve giudicare come si sono comportati

    • @ivanilterribile1992
      @ivanilterribile1992 4 місяці тому

      Ottimo commento. Anche questi che giudicano in quel modo cosa avrebbero fatto se fossero stati al loro posto ? Si sarebbero rifituati di obbedire facendosi ammazzare

  • @robertofava9311
    @robertofava9311 2 роки тому

    Non oso pensare come abbia potuto convivere con quei terribili ricordi

  • @luisitodimartino7495
    @luisitodimartino7495 2 роки тому

  • @britsluver
    @britsluver 2 роки тому

    Hi I’m looking for people related to Giovanni Schurzel and Carmela Teuma from this exact region who ended up in Egypt. The daughter Amedea Schurzel married Amedeo Darmenia born 1909 1910. I’ve hit a brick wall in my ancestry search. Pls help.

  • @patriziopaccione3757
    @patriziopaccione3757 2 роки тому

    Santa Maria Capua Vetere la città dove vivo e son nato

  • @patriziopaccione3757
    @patriziopaccione3757 2 роки тому

    Il carcere berlinese si chiamava Spandau

  • @MISSFLORENCE1
    @MISSFLORENCE1 2 роки тому

    Cela mérite d'être traduit en anglais en français et en allemand pour le bien de tous... Merci beaucoup

  • @metellocimbro2805
    @metellocimbro2805 2 роки тому

    L'amara verità è che con la caduta del regime fascista il 25 luglio del 1943, l'Italia smise di essere uno stato SOVRANO per diventare di fatto una COLONIA.

  • @margheritamalaspina209
    @margheritamalaspina209 2 роки тому

    Questo uomo ha capito come sopravvivere. Certo una persona furba trova sempre un modo per sopravvivere. Naturalmente non ha colpe. In quel luogo era il pensiero dominante. Fare l'abitudine a tutto ciò deve essere distruttivo. Ma le Ss sapevano bene chi mettere in ogni operazione. Criminali comuni a dirigere le camere a gas. Cioè pelo sullo stomaco. Questo signore ha fatto una cronaca esatta di ciò che accadeva in modo lucido.

  • @paolo1566
    @paolo1566 2 роки тому

    Cara "Donna" Silvana, sei eccezionale, dolce e lucidissima, e lunga vita a te. Propaganda a parte, tuttavia, dubito comunque che il Duce di grano ne abbia mietuto molto...😂.

  • @parsifal_7784
    @parsifal_7784 2 роки тому

    Quanti hanni ha il limentani

  • @samsora2675
    @samsora2675 2 роки тому

    Secondo me la radio proibita di cui parla la signora è la zanzara di giuseppe crux

  • @alessiofunaro7293
    @alessiofunaro7293 2 роки тому

    Zio sabatino ❤